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Capitolo 3 - La Prima guerra mondiale

La prima guerra mondiale (1914-1918) ebbe varie cause, alcune delle ascrivibili a situazioni presenti in Europa da molto tempo.

Queste cause remote erano di carattere politico, economico e militare.

Le cause politiche riguardavano i contrasti fra gli Stati europei e alcuni problemi presenti al loro interno, come:

  • il desiderio di rivincita dei Francesi rispetto alla sconfitta subita dai Tedeschi.
  • la secolare rivalitĂ  tra Austria e Russia.
  • la presenza di due schiermanete di Stati contrapposti: la Triplice Alleanza (Germania, Austria, Italia) e la Triplice Intesa (Gran Bretagna, Francia, Russia).


Le principali cause economiche furono:

  • La rivalitĂ  economica fra la Gran Bretagna e la Germania, procovata soprattutto dalla rapida crescita industriale di quest’ultima.
  • La necessitĂ  per tutte le potenze industriali di espandere il proprio mercato e di garantirsi il rifornimento delle materie prime.


La scelta dei governi di dichiarare la guerra o di entrare nel conflitto in atto fu facilitata:

  • Dal dilagante nazionalismo;
  • dalle tesi razziste;
  • dall’applicazione del darwinismo;
  • dal fatto che molti giovani vedessero nella guerra l’unica possibilitĂ  di cambiamento.


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La scintilla scoccò il 28 giugno 1914, quando un nazionalista serbo uccise a Sarajevo l’erede al trono d’Austria, l’arciduca Francesco Ferdinando e sua moglie.

L’Austria il 23 luglio inviò alla Serbia un ultimatum che richiedeva entro 48 ore lo svolgimento di richieste umilianti.

Il governo serbo non poteva che respingerle.

Di conseguenza il 28 luglio l’Austria dichiarò guerra alla Serbia.


Immediatamente scattarono le clausole delle alleanze stabilite negli anni precedenti e, nel giro di appena due giorni, si passò a una guerra europea.

All’ordine di mobilitazione generale impartito all’esercito il 29 luglio dallo zar di Russia, rispose la Germania, che dichiarò guerra alla Russia e alla Francia, perchè si dava per scontato l’intervento di quest’ultima a fianco dell’alleato russo.

Le truppe tedesche diedero immediatamente attuazione al piano “Schlieffen”, attraversando il Beglio e il Lussemburgo per arrivare in Francia, determinando l’entrata in guerra della Gran Bretagna a fianco della Francia e della RUssia contro l’Austria e la Germania.

Solo l’Italia si dichiarò neutrale.


Il 31 ottobre entrava in guerra anche la Turchia, in appoggio degli imperi centrali.


📍2. L’Italia in guerra

Nell’agosto del 1914 il governo presieduto da Antonio Salandra proclamò la neutralità del nostroa PAese, appellandosi alle clausole della Triplice Alleanza.

Si formarono così due schieramenti contrapposti e, al tempo stesso, eterogenei al loro interno: i neutralisti e gli interventisti.


Fra i pareri favorevoli alla pace spiccava quelllo autorevole di Giovanni Giolitti, che voleva ottenere dall’Austria Trento e Trieste offrendo proprio la neutralità italiana.

Oltre ai liberali che si ispiravano al pensiero di Giolitti, era schierata contro la guerra la maggioranza dei socialisti.

Anche la maggior parte dei cattoliti rifiutava la prospettiva di guerra.

Lo stesso papa Benedetto XV aveva condannato ogni tipo di conflitto.


La posizione favorevole all’intervento in guerra era sostenuta soprattutto dai nazionalisti e dagli irredentisti, convinti che la violenza bellica fosse un segno di vitalità della nazione.

Fra gli intellettuali troviamo Gabriele D’Annunzio e Giovanni Papini.

Gli interventisti di destra avevano come obiettivo prioritario la liberazione di Trento e Trieste dal dominio austriaco.

Anche gli alti ufficiali dell’esercito e l’ambiente della corte intorno al re Vittorio Emanuele III vedevano nella guerra un’occasione per conseguire maggiore prestigio.

L’organo principale dell’interventismo di sinistra divenne ben presto il quotidiano diretto da Benito Mussolini, che era stato un importante dirigente del Partito Socialista.


Mentre nel Paese il dibattito pro o contro l’intervento assumeva toni sempre più accesi, il governo italiano agiva per via diplomatiche.

Il tentativo di ottenere dall’Austria il riscatto dei territori italiano fu inutile, perchè il governo austriaco intendeva attendere la fine del conflitto.

Il 26 aprile 1915, il ministro degli Esteri Sonnino sottoscrisse a nome del governo il Patto di Londra.

Il patto impegnava l’Italia a entrare in guerra nel giro di un mese e le garantiva, in caso di vittoria dell’Intesa, diversi territori; inoltre fu concordata la possibilità di partecipare all’eventuale spartizione delle colonie tedesche.

Il 3 maggio l’Italia uscì dalla triplice Alleanza.

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Il 24 maggio 1915 l’Italia dichiarò guerra all’Austria - Ungheria.

đź“Ť3. La grande guerra

L’esercito italiano non era ancora pronto a sostenere un conflitto impegnativo.

Comandante supremo dell’esercito italiano fu nominato il generale Luigi Cadorna, che si distinse subito per la durissima disciplina imposta ai soldati.

Non si fidava dell’esercito di massa, formato da militari di leva, e ricorse a gravi punizioni per ogni mancanza.

Il generale Cadorna decise di portare un attacco frontale alle posizioni tenute dagli Austriaci.

Fra giugno e dicembre 1915 si svolsero le prime quattro battaglie dell’Isonzo.

Nel giugno del 1916 gli Austriaci scatenarono la Strafexpedition, la spedizione punitiva contro l’ex alleato ritenuto colpevole di tradimento.


Intanto i Tedeschi riuscirono a occupare importanti zone industriali della Francia e a controllare le attivitĂ  produttive ed estrattive del Belgio.

All’inizio del 1916 i Tedeschi prepararono, contro l’esercito francese, un’offensiva che sfociò nella battaglia di Verdun.

Sin dall’inizio del conflitto la Gran Bretagna aveva attuato un blocco navale, al fine di impedire che ai porti tedeschi giungessero materie prime e derrate alimentari.


La prospettiva di una lunga durata della guerra faceva prevedere un aumento delle difficoltĂ  economiche per gli imperi centrali.

Perciò, fin dal mese di febbraio 1917 i Tedeschi decisero di intensificare la guerra sottomarina, per bloccare tutti i rifornimenti ai Paesi nemici.

Particolare scalpore aveva già destato l’affondamento del transatlantico Lusitania.

Ciò spinse gli USA a entrare nel conflitto al fianco dell’Intesa (1917).

Il 1917 fu un anno decisivo per le sorti del conflitto, non solo per l’intervento degli USA.

Nel marzo il regime zarista russo fu rovesciato e sostituito da una repubblica, il governo provvisorio decise di proseguire la guerra.

Ma i Tedeschi riuscirono a penetrare nel territorio russo, perchè i soldati russi abbandonavano il fronte.

La situazione interna divenne sempre più confusa sino alla rivoluzione dell’ottobre 1917.

Il nuovo governo decise di uscire dalla guerra e avviò con gli imperi centrali le trattative di pace, che si conclusero con l’accordo di Brest-Litovsk.

La Russia fu obbligata a pesanti concessioni.


In seguito alla crisi della Russia, l’Austria e la Germania poterono spostare delle truppe sul fronte occidentale e su quello italiano.

Con un grande sforzo offensivo gli Austriaci, appoggiati dai Tedecshi, sfondarono le linee italiane a Caporetto.

Il generale Cadorna dovette lasciare il comando dell’esercito e fu sostituito dal generale Armando Diaz, che decise di sistemare una nuova linea sul fiume Piave.

Il nuovo comandante impose una disciplina meno rigida e ne curò meglio l’addestramento.Le ragioni militari della disfatta di Caporetto sono da ricercarsi in un’offensiva ben condotta da parte degli Austriaci, ma la sconfitta fu generata da motivi ben più profondi: dal clima di sfiducia e di disagio, peraltro comune a tutti gli Stati belligeranti, diffuso al fronte e nel Paese.

I soldati erano ormai logorati, nel fisico e nello spirito.

Il rifiuto della guerra si manifestava soprattutto in comportamenti individuali, come la diserzione, la fuga, la simulazione di malattie.


Anche le popolazioni civili, oltre ai combattenti, furono coinvolte nel conflitto.

Pesanti limitazioni della libertĂ  personale, razionamento del cibo, rialzo dei prezzi, aumento dei carichi di lavoro.

Le industrie ebbero uno sciluppo imponente, finanziato dallo Stato.

In pratica tutta la popolazione fu militarizzata: non solo i soldati che combattevano e che costituivano il fronte esterno, ma anche le persone che lavoravano nelle fabbriche e che formavano il fronte interno.


Per mobilitare la popolazione i governi ricorserso massicciamente alla propaganda, rivolta alle truppe per sostenerne il morale, ma anche ai civili.

Vennero stampati in ernomi quantitĂ  manifesti e cartoline che esaltavano le doti e le vittorie del proprio esercito.


La Germania e l’Austria avvertivano sempre più chiaramente che il blocco economico, attuato dall’Intesa, impediva di prolungare ulteriormente lo sforzo bellico.

Il 29 settembre la Bulgaria si arrese; l’Ungheria, la Cecoslovacchia e la Iugoslavia si dichiararono indipendenti dall’Austria, che dovette subire la controffensiva italiana.

Il 29 ottobre 1918 l’esercito austriaco fu sconfitto nella battaglia di Vittorio Veneto e costretto alla ritirata.

il 3 novembre venne firmato l’armistizio che siglava la vittoria dell’Italia.

L’11 novembre l’imperatore Carlo I abdicò e venne proclamata la repubblica.

Anche la Germania a sua volta si preparò alla resa definitiva.

Il 9 novembre l’imperatore Guglielmo II lasciò il trono e anche a Berlino fu proclamata la repubblica.


📍4. L’inferno delle trincee

La prima guerra mondiale fu segnata dall’uso della trincea, un antichissimo sistema difensivo utilizzato nelle guerre di posizoine.

Si trattava di un fossato piĂą o meno profondo.

I militari erano costretti a viverci in uno stato di tensione continua, esposti alle intermperie, dalle quali era ipossibile difendersi.

I combattenti dovettero sopportare condizioni estreme di vita.

Le condizioni igieniche erano pessime.

Frequenti e viruelente erano le epidemie.


Una delle caratteristiche peculiari del primo conflitto fu la tragica presenza della morte, con la quale i soldati dovevano costanetmente vivere.

Numerosi cadaveri di compagni e di nemici restavano nell’area compresa fra le opposte trincee per più giorni.

La loro resistenza nervosa era spesso messa a dura prova dai bombardamenti dell’artiglieria.

Il momento peggiore era però quello dell’assalto alle trincee dei nemici.

La paura non risparmiava nessuno.


đź“Ť5. La tecnologia al servizio della guerra

Oltre alle armi tradizionali, usate comunque con un dispiegamento mai visto, gli eserciti poterono utilizzare nuove armi e applicazioni tecnologiche messe a disposizione dai grandi progressi della scienza.

II mezzi che maggiormente sconvolsero i combattenti furono le armi chimiche.

Le necessitò belliche stimolarono lo sviluppo di settori industriali e scientifici di nascita recente.

Come ad esempio le autoambulanze, la radiofonia.


Un impatto più limitato ebbe l’utilizzo dell’aviazione.

Anche il carro armato fu scarsamente utilizzato.

Nella guerra navale fece la sua comparsa il sottomarino, furono i Tedeschi a utilizzarlo su grande scala.

Troviamo anche il dirigibile e la mitragliatrice.


đź“Ť7. I trattati di pace

I ministri dei Paesi vincitori si riunirono a Parigi il 18 gennaio 1919, in una Conferenza per la pace; i delegati degli Stati vinti furono convocati, a cose fatte, solo per la firma finale.

Il più importante protagonista fu Wilson per gli Stati Uniti e Orlando per l’Italia.

→ Quattordici punti di Wilson

La Francia puntava a indebolire la Germania per assumere una posizione dominante nel continente europeo.

La Gran Bretagna voleva evitare la rovina della Germania perchè temeva che la Francia divenisse troppo potente.


I trattati di pace furono firmati tra il 1919 e il 1920.

L’Italia ricevette dall’Austria il Trentino, l’Alto Adige, la Venezia Giulia e Trieste.

Il primo ministro Orlando e il ministro degli Esteri Sonnino avevano chiesto anche i territori promessi col Patto di Londra, le altre potenze riteneva però che queste concessioni avrebbero violato il nono punto di wilson, il principio di autodeterminazione e si opposero alla richiesta.


Le reazioni ai trattati di pace furono particolarmente violente in Germania, ritenevano di essere stati sottoposti a condizioni troppo dure.

L’Italia non evve i vantaggi sperati e questo fatto causò il risentimento nei confronti degli alleati e grandi proteste, soprattuto da parte di nazionalisti e interventisti.

Furono infatti gli Stati Uniti i veri vincitori della guerra: divennero la prima potenza politica ed economica del mondo e i principali creditori degli Stati europei.


Cronologia essenziale prima guerra mondiale

1914

28 giugno: l'arciduca Francesco Ferdinando d'Austria viene assassinato a Sarajevo dal nazionalista serbo Gavrilo Princip.

28 luglio: dopo l'attentato di Sarajevo e un ultimatum caduto nel vuoto (23 luglio), l'Austria-Ungheria muove guerra contro la Serbia.

1 agosto: la Germania, alleata dell'Austria e dopo la mobilitazione delle truppe dello zar alla frontiera, dichiara guerra alla Russia.

2 agosto: i tedeschi mirano all'attuazione del Piano Schlieffen, che prevede l'apertura di un fronte occidentale contro la Francia: occupano il territorio del Lussemburgo e procedono verso il Belgio, violandone la neutralitĂ .

3 agosto: dichiarazione di guerra della Germania contro la Francia, alleata della Russia; l'Italia, pur essendo alleata nella Triplice Alleanza di Germania e Austria, persiste nella scelta della neutralitĂ .

4 agosto: anche la Gran Bretagna, alleata della Francia, dichiara guerra alla Germania.

6-13 agosto: le reciproche dichiarazioni di guerra (della Serbia e della Francia contro l'impero austro-ungarico e dell'Austria-Ungheria contro la Gran Bretagna) definiscono il confronto tra le forze della Triplice Intesa (Gran Bretagna, Francia, Impero russo) e della Triplice Alleanza (Austria-Ungheria, Germania e l'Italia per ora neutrale). Il 23 agosto il Giappone dichiarerĂ  guerra agli Imperi centrali, ampliando la dimensione "mondiale" del conflitto.

agosto-settembre: le truppe tedesche registrano i primi successi, occupando Bruxelles sul fronte occidentale e bloccando l'avanzata dei francesi presso il Reno; sul fronte orientale, i generali Ludendorff e Hindenburg ottengono considerevoli vittorie sui russi a Tannenberg (17 agosto - 2 settembre) e ai Laghi Masuri (7 - 14 settembre).

12 settembre: i francesi bloccano l'avanzata tedesca nella prima battaglia della Marna; finisce la guerra di movimento (o "guerra-lampo" dal tedesco Blitzkrieg) e si passa alla guerra di trincea. Il comando delle truppe tedesche ad ovest passa da Von Moltke a Von Falkenhayn.

31 ottobre: anche l'Impero ottomano entra nelle ostilitĂ , alleandosi all'Austria-Ungheria e alla Germania.

1915

26 aprile: dopo il fallimento delle trattative con l'Austria (cui l'Italia chiede compensazioni territoriali per entrare in guerra a fianca degli Imperi centrali) il governo italiano stipula segretamente e all'insaputa del Parlamento il Patto di Londra, con il quale l'Italia accetta di entrare in guerra di lì ad un mese alleandosi con la Triplice Intesa, ottenendo, in cambio di vittoria, il Trentino, l'Alto Adige, l'Istria, la Dalmazia (eccetto Fiume), la base navale albanese di Valona e il riconoscimento di sovranità sui possedimenti del 1912 nel Dodecaneso.

7 maggio: l'affondamento del transatlantico Lusitania, ad opera di un sottomarino tedesco, è il primo passo per l'entrata in guerra degli Stati Uniti.

24 maggio: dopo le pressanti manifestazioni di piazza dei nazionalisti - alla cui testa si pone Gabriele D'Annunzio - affinché l'Italia entri in guerra, si arriva alla dichiarazione formale di guerra contro l'Austria.

giugno-dicembre: le prime quattro battaglie dell'Isonzo (23 giugno-7 luglio; 18 luglio-4 agosto; 18 ottobre-4 novembre; 10 novembre-2 dicembre) lungo il fronte italo-austriaco portano minimi avanzamenti territoriali, ad un prezzo altissimo in termini di vite umane.

1916

21 febbraio: i tedeschi iniziano la controffensiva contro i francesi a Verdun. Si tratta di una delle  principali battaglie sul fronte occidentale, che vede contrapposti francesi e inglesi da una parte e tedeschi dall'altra in una logorante guerra di posizione dagli ingenti costi umani.

15-31 maggio: l'esercito austriaco dà il via alla Strafexpedition (cioè "spedizione punitiva") contro l'Italia per accerchiare le truppe schierate sull'Isonzo. Nonostante il grande impegno di uomini la spedizione fallisce.

31 maggio-2 giugno: scontro navale tra la flotta britannica e quella tedesca nella storica battaglia dello Jutland.

27 agosto: la Romania dichiara guerra all'Austria-Ungheria. Il giorno successivo l'Italia muove guerra contro la Germania e quest'ultima contro la Romania.

21 novembre: Carlo I d'Asburgo succede a Francesco Giuseppe.

1917

3 febbraio: gli Stati Uniti, in reazione alla guerra sottomarina tedesca, interrompono le relazioni diplomatiche e si preparano all'ingresso nelle ostilitĂ .

12 marzo: nella Russia zarista, scoppia la "rivoluzione di febbraio" (secondo il calendario giuliano, è il 23 febbraio), che costringe Nicola II all'abidicazione e porta all'instaurazione di un governo provvisiorio.

2 aprile: gli USA muovono guerra contro la Germania.

(27 giugno: anche la Grecia entra in guerra, schierandosi contro Bulgaria, Germania, Austria-Ungheria, Impero Ottomano. Il 14 agosto la Cina dichiara guerra alla Germania e all'Austria-Ungheria, seguita il 26 dal Brasile.)

24 ottobre: le truppe austriache e tedesche sfondano il fronte italiano a Caporetto, causando notevolissime perdite all'esercito italiano e portando la linea dei combattimenti lungo il fiume Piave. Si tratta del momento piĂą drammatico per l'Italia nel corso di tutto il conflitto.

6 novembre (24 ottobre nel calendario russo): con la "Rivoluzione di Ottobre" i bolscevichi prendono il potere e instaurano il Congresso dei Soviet.

8 novembre: dopo la disfatta militare di Caporetto, il generale Diaz sostituisce Cadorna, noto per i suoi duri metodi repressivi nei confronti delle truppe.

1918

8 gennaio: il presidente americano Woodrow Wilson presenta i quattordici punti il suo programma per l'assetto mondiale post-bellico.

3 marzo: con il trattato di Brest-Litovsk, la Russia comunista firma la resa verso gli Imperi centrali.

luglio-agosto: offensiva dell'Intesa lungo il fronte occidentale

24 ottobre-3 novembre: con un'offensiva sul Piave e sul Grappa le truppe italiane conquistano Vittorio Veneto. L'Austria-Ungheria , stremata e al collasso su tutti i fronti, chiede l'armistizio.

4 novembre: armistizio fra Italia e Austria-Ungheria.

11 novembre: con l'armistizio fra il resto degli alleati e la Germania, si conclude il primo conflitto mondiale. La Conferenza di pace di Parigi (18 gennaio 1919 - 21 gennaio 1920) e il Trattato di Versailles definiranno i nuovi assetti territoriali europei.