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Capitolo 1 - Le radici del ‘900

📍1. Che cos’è la società di massa?

Che cosa intendiamo quando parliamo di società di massa?

Parliamo della nostra società. Infatti nella società attuale si è realizzata una diffusione di massa dei prodotti di consumo.

In altri termini, nella societò di massa si verifica il fenomeno del “pieno”, le città sono “piene di gente”, le strade anche, le case anche.

La massa è dunque un insieme omogeneo in cui i singoli individui scompaiono rispetto al gruppo, nuovo e più importante soggetto politico e civile.

Nella società di massa i cittadini vivono nei grandi agglomerati urbani, a stretto contatto tra di loro.
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Sono state le trasformazioni politiche, economiche e culturali della seconda rivoluzione industriale a produrre una società co uniformata e omogenea.

Alcuni hanno visto in questa trasformazione un momento positivo di affermazione della democrazia; altri un processo di appiattimento delle personalità.

Con la terza rivoluzione industriale la società di massa si diffonderà in tutto il pianeta dando luogo a un fenome che non è solo economico, ma anche politico e culturale: la globalizzazione.

Alla fine dell’Ottocento solo Francia, Germania e Svizzera prevedevano nei loro ordinamenti il suffragio universale maschile.

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In Italia l’introduzione del suffragio universale maschile avvenne nel 1912.

Si andò dunque ad affermare il modello del partito politico di massa, come forma di partecipazione popolare all’organizzazione politca dello Stato.

Contemporaneamente ai partiti di massa, sorsero organizzazione sindacali a livello nazionale.

Lo sciopero era lo strumento di lotta che utilizzavano per dare più forza alle rivendicazioni operaie.


La diffusione su larga scala dei beni di consumo rese più comoda la vita di molte famiglie.

Si diffusero anche i mass media, come i quotidiani, la radio e la televisione.

Fu proprio la stampa quotidiana e periodica a incrementare maggiormente la produzione e la vendita.

Nell’economia assunse un ruolo importantissimo il terziario, cioè la produzione di servizi: commercio, banche, ospedali ecc.

Anche il mondo della scuola subì un mutamento sostanziale: l’istruzione non venne più considerata un bene elitario, ma un’opportunità da offrire a tutti i cittadini.

La scuola venne organizzata e finanziata dallo stato.


📍2. Il dibattito politico e sociale.

il dibattito ideologico che si era sviluppato per tutto il corso dell’Ottocento aveva fatto propri i temi della riflessione politica settecentesca: i limiti del potere dello Stato e i diritti dei cittadini.


Nel corso dell’Ottocento all’interno del movimento socialista si impose la tendenza marxista, che individuava nella rivoluzione lo strumento del riscatto del proletariato.

In tutti i Paesi sorsero i partiti socialisti.

Il primo a formarsi e il più importante fu l’SPD, il Partito Socialdemocratico Tedesco.

I partiti socialisti europei, nonostante le diverse caratteristiche, erano uniti da alcuni obiettivi comuni: tutti auspicavano il superamento del sistema capitalistico e la gestione sociale dell’economia.

Tutti facevano capo a un’organizzazione erede di quella Prima Internazionale Socialista.


La nascita della Seconda Internazionale Socialista sorse nel 1889, quando i principali partiti socialisti si riunirono a Parigi per approvare alcune importanti deliberazioni: la limitazione della giornata lavorativa di otto ore e la proclamazione di una giornata mondiale di lotta per il primo maggio di ogni anno.

A dominare ideologicamente la Seconda Internazionale fu il marxismo.

Progressivamente però si delinearono due tendenze all’interno dei partiti:

  • Quella socialdemocratica che rifiutava la rivoluzione ponendo in luce la necessità di un’azione democratica e riformista da parte delle classe operaria.
  • Quella rivoluzionaria che non rinunciava all’obiettico individuato da Marx: una società senza classi da raggiungere attraverso una rivoluzione violenta.

L’interprete principle della tendenza socialdemocratica fu Eduard Bernstein.

L’interprete principle della tendenza rivoluzionaria fu Karl Kautsky.


In Francia ebbe origine un’altra tendenza al’interno del movimento operaio, ch eprese il nome di sindacalismo rivoluzionario.

I sindacalisti francesi insistevano sulla necessità di addestrare le masse operarie alla lotta, più che sulle conquiste economiche dei lavoratori.

Georges Sorel fu l’interprete più autorevole ed esaltò la violenza proletaria.


Leone XIII fu caratterizzato dalla ricerca di una proposta sociale coerente con il messaggio evangelico.

Questa ricerca si concretizzò nel 1891 con la Rerum Novarum, contenente:

  • denuncia degli eccessi del capitalismo: viene ribadita la condanna al liberalismo.
  • condanna delle teorie socialiste e colletivistiche che sostengono l’abolizione della proprietà privata.
  • invito allo Stato a intervenire per rimuovere le cause che possono esasperare il conflitto tra operai e padroni.
  • condanna della lotta di classe ed esortazione alla collaborazione tra padroni e operai.


Solo nel 1919 il non expedit sarà completamente abrogato e i cattoliti potranno dar vita a un loro partito: il Partito Popolare Italiano fondato dal sacerdote Luigi Sturzo.


La rivoluzione industriale portò le donne nelle fabbriche.

Nell’industria la donna era doppiamente discrimanta, sia perchè a parità di lavoro percepiva un salario minore, sia perchè era esclusa dalle funzioni dirigenziali e di responsabilità.

Nacquero in Inghilterra e negli Stati Uniti i primi movimenti delle suffragette, così chiamate perchè rivendicavano l’estensione del suffragio alle donne.

Si può sintetizzare la protesta di quei tempi con le parole de Il pane e le rose, la canzone di lotta delle donne americane.


📍3. Nazionalismo, razzismo, irrazionalismo

L’idea di nazione si affermò in Europa nella prima metà dell’Ottocento.

A partire dal 1850 essa assunse sempre più un carattere reazionario e militaresco, fino a diventare ideologia di guerra durante il primo conflitto mondiale.

Il nazionalismo si diffuse in tutta Europa assumendo caratteristiche a seconda dei contesti:

  • Il nazionalismo tedesco ebbe come programma il pangermanesimo;
  • Il nazionalismo italiano rivendicò per l’Italia le terre ancora irredente, come il Trentino.


Il razzismo consiste nel ritenere che esistano razze superiore e inferiori, e che la razza superiore abbia il diritto - dovere di sottomettere quella inferiore.

Questa terioa ebbe il suo precursore nel francese Joseph Arthur de Gobineau.


Tra Ottocento e Novecento anche il contestò culturale mutò: al positivismo subentrò l’irrazionalismo, caratterizzato dalla volontà di andare al di là della scienza. (Freud, Nietzsche, …)

In generale si affermò un’atmosfera di crisi in contrasto con l’ottimismo positivistico, un nuovo clima culturale che si è soliti definire decadentismo.


📍4. L’invenzione del complotto ebraico.

Un caso particolare di razzismo è quello che attribuisce agli Ebrei caratteristiche morali negative e in particolare la pervicace volontà di comandare sulle razze superiori: poichè gli Ebrei non avrebbero le qualità morali e fisiche per diventare una razza dominante, gli ambienti antisemiti hanno ritenuto che questo potese accadere soltanto con l’inganno e con attività segrete.

A questo scopo comparvero i Protocolli dei Savi di SIon, un libretto che presenta un piano ebraico per il dominio del mondo.

I Protocolli sarebbero nati per volontà del capo della polizia segreta russa come propaganda destinata a giustificare la politica antiebraica del suo Paese.


📍5. Il sogno sionista.

Il sentimento di diversità e l’antisemitismo giocarono un ruolo determinante per la nascita del movimento sionista.

Fu la Russia la vera culla delle prime forme di sionismo.

Nel 1896, Theodor Herzl espresse il suo progetto di riunificazione degli Ebrei della diaspora in una nazione ispirata agli ideali democratici dei movimenti patriottici europei del primo Ottocento.

Per alcuni anni l’Organizzazione Sionista Mondiale fu impegnata nel lavoro diplomatico per ottenere ufficialmente dalla Turchia la possibilità per gli Ebrei di stanziarsi in Palestina.

Ma la Turchia rifiutò.

In realtà, mentre si discuteva su quale dovesse essere la terra per gli Ebrei, la colonizzazione della Palestina era già in atto.

Tuttavia solo una minoranza di Ebrei scelte la Palestina; infatti la maggior parte di coloro che lasciarono l’Europa si diresse verso l’America.